Dettagli Recensione

 
Veraclub Zanzibar Village
Villaggi turistici a Zanzibar
Voto medio 
 
3.8
Struttura  
 
5.0
Mare e spiaggia  
 
5.0
Animazione  
 
1.0
Cucina  
 
3.0
Pulizia 
 
5.0

l'alta marea dell'incompetenza

Siamo rientrati il 6 agosto 2015 dopo una settimana di vacanza trascorsa in questo villaggio.
Il resort si presenta molto bene, ben curato negli spazi verdi ma la prima cosa di cui voglio parlarvi, è la pessima assistenza Veratour, praticamente la sagra dell'improvvisazione e dell'incompetenza!
Responsabile in loco per Veratour è Alice, della quale di certo apprezzerete sin dal suo briefing di benvenuto l'estrema freddezza. Le nostre prime impressioni in merito alla gentilezza e disponibilità di Alice sono state piuttosto negative, un approccio molto formale, decisamente chiuso ed indisponente. Sono certa che un’esperienza lavorativa in un call center potrebbe di certo aiutare Alice a comprendere al meglio il mondo del custome care.
Vi racconterò di seguito l'esperienza che più ha segnato in maniera negativa questa nostra vacanza a causa della pessima assistenza Veratour.
Il giorno stesso dell'arrivo, abbiamo prenotato l'escursione di mare per Nakupenda per domenica 2 agosto con Alice, la quale nel briefing iniziale si era tanto raccomandata di non fare le escursioni con i beach boys perché ovviamente non avrebbero potuto garantire alcuna assistenza in caso di necessità, a differenza di Veratour che garantisce un'assicurazione in caso di necessità e tutta l'assistenza possibile (parole di Alice).
Ebbene, la mattina dell’escursione, il tempo era molto incerto e qualcuno aveva chiesto ad Alice se fosse opportuno partire, ma lei stessa, ci rassicurò dicendo che il tempo sarebbe cambiato. Durante il tragitto per Stone Town per prendere la barca, le condizioni meteo peggioravano e sopraggiungeva la pioggia. Ebbene arrivati a Stone Town, abbiamo atteso anche l'altro gruppo del Veraclub di Nungwi, il Sunset (quello che successivamente è andato a fuoco per un incendio) e, quindi, con due barche molto rudimentali, siamo salpati alla volta di Prison Island. Il tragitto è stato abbastanza turbolento, visto che abbiamo navigato con la pioggia e con le asciugamani addosso per riparo anche dal vento freddo e pungente. A Prison Island abbiamo visto le tartarughe giganti e fatto alcune foto. Prima di ripartire per l'atollo, una persona del nostro gruppo si è rifiutata di prendere la barca, in quanto il mare si era molto increspato ed aveva paura, giustamente, per la sua bambina. Pertanto, questa signora, a cui penserò più tardi tutto il tempo per la saggia decisione presa, è stata davvero lungimirante, in quanto ha preferito rientrare a Stone Town. Il gruppo delle due imbarcazioni riparte alla volta dell'atollo, con 50 minuti di tragitto davvero pesante, attese le pessime condizioni meteorologiche, il mare abbastanza mosso ed il freddo intenso. Tutti eravamo molto scontenti, in tensione, stanchi e provati dal tragitto pesante e lungo.
Arrivati all'atollo, è chiaro che tutti abbiamo cominciato a lamentarci, visto che pioveva, il vento soffiava in modo impetuoso ed inoltre non era possibile né fare un bagno, né fare snorkeling, né mangiare in pace, visto che i ragazzi del posto, che avevano preparato il pranzo hanno addirittura dovuto montare un telo impermeabile per la pioggia. Il pranzo è stato molto povero: riso in bianco, cicala alla brace. Il tutto si era fatto freddo e sembrava non sufficiente per tutti. Mentre pranzavamo, il mare si era alzato notevolmente, l'alta marea stava arrivando ed avrebbe coperto l'atollo di acqua e pertanto ci indicavano di ripartire, ma con quelle condizioni anche la salita in barca risultava davvero difficile. Ebbene, dopo una serie di manovre, siamo riusciti a salire tutti, e cominciava il lungo, timoroso ed insicuro tragitto verso Stone Town. Ci rendemmo subito conto che la situazione non era affatto sicura, le onde erano almeno tra i 2-3 metri e la barca saliva e scendeva come un ascensore impazzito. Il lungo tragitto di oltre 50 minuti, vedeva persone impaurite sulla barca, altre che si sentivano malissimo, l'acqua che entrava in barca e le urla di molte persone, tra cui le mie. Non sono una persona che si spaventa facilmente, ma era chiara la situazione di pericolo e di estrema insicurezza in cui eravamo tutti. Cerco di parlare, pertanto, con uno dei ragazzi dell'escursione, che avevano ben capito la situazione di disagio di noi turisti e mi confessa che aveva avvisato il suo capo che questa escursione non si poteva fare a causa del tempo. Loro, in ogni caso, hanno cercato di alleviare i nostri fondati timori, cantando e rassicurandoci, ma credetemi la paura e la tensione era tanta e si percepiva tra tutti noi. Non era impossibile neanche il caso di ribaltamento della barca in molti momenti. Ebbene, arrivati a Stone Town, finalmente, tutti siamo scesi rapidamente ed abbiamo ringraziato il Signore per essere giunti sani e salvi. Anche l'altro gruppo dietro di noi giungeva al porto e la gente scendeva, vomitando e con la paura addosso! La rabbia era davvero tanta... non avremmo mai dovuto trovarci in una situazione del genere in vacanza. Giunti al villaggio, Alice, dell'assistenza era ad attenderci, ma le sue risposte alle prime nostre lamentele non era davvero buone. Diceva che purtroppo il tempo era stato variabile e che oramai era andata così. Io le dico invece che, l'escursione non avrebbe proprio dovuto farsi e che non avevo, come altri, preferito farla con i beach boys per stare più sicura e che questa sicurezza non c'era affatto stata, così come non c'era stata l’assistenza dovuta (tra l'altro quella mattina i beach boys avevano sconsigliato in spiaggia di fare ogni tipo di escursione, causa maltempo!). Facevo presente, inoltre, che la barca di legno, con unico motore da 60 cv, piuttosto vecchiotto, era troppo rudimentale e che sono venute a mancare le minime condizioni di sicurezza dei passeggeri. Con un mare impetuoso di quel genere avremmo dovuto quanto meno indossare i giubbotti salvagente. Se Veratour organizza queste escursioni, non può di certo permettersi che i mezzi usati siano gli stessi che utilizzerebbero i beach boys. Le chiedo, quindi, di fare le Sue telefonate a chi di dovere e che in ogni caso la Veratour avrebbe dovuto ristorare la pessima giornata trascorsa in qualche modo. Rientriamo tutti nelle camere per riposare finalmente dopo quella lunga e pesante giornata e a cena incontro vari altri compagni di viaggio che mi riferiscono che Alice ha chiuso la vicenda semplicemente dicendo che eravamo stati sfortunati del tempo e che il gruppo dell'altro villaggio Sunset Veratour non aveva mosso alcuna lamentela. Pertanto, dopo cena, cerco Alice al bar e comincio a parlarle visto che lei, aveva oramai già insabbiato la vicenda. Assurde ed inammissibili le parole che abbiamo dovuto ascoltare, ossia che non era vero che eravamo in pericolo, che il tempo era buono per partire, che non era possibile che noi stavamo muovendo delle rimostranze, visto che gli altri del Veraclub Sunset non si erano affatto lamentati ecc. ecc. La discussione diveniva abbastanza accesa, atteso che la stessa Alice, invece di fornire assistenza, si opponeva con forza a tutto quello che noi, in gruppo, dicevamo. A questo punto le richiedo la risoluzione della controversia con due alternative: la restituzione della metà della quota versata per partecipante oppure la Veratour avrebbe dovuto regalarci un'escursione a piacere di terra. Lei nega il nostro diritto ad un eventuale rimborso o ristoro ed a questo punto le dico che avremmo scritto una istanza di lamentela sottoscritta da tutti e che lei avrebbe dovuto riceverla. Alice si rifiuta addirittura di voler firmare questa nostra lamentela ed a quel punto le chiedo di parlare con il direttore (questi persona sconosciuta che non degnava neppure di un saluto gli ospiti). A questo punto lei si agita e decide di tentare la strada del rimborso parziale e che l'indomani ci avrebbe fatto sapere. Le ribadisco che il suo comportamento è davvero imbarazzante, atteso che l'assistenza che avremmo dovuto avere era davvero diversa: innanzitutto avrebbe dovuto cominciare con un semplicissimo "mi dispiace per la giornata, rechiamoci al bar per una bibita, rilassatevi e vedrò io cosa fare!". Di certo non ci aspettavamo che la nostra assistente andasse contro tutti i nostri diritti e contro tutte le nostre richieste.
Questo è stato davvero inopportuno ed ha creato un clima di tensione anche a noi turisti, che in vacanza vogliamo stare solo rilassati. Ebbene, il giorno dopo, Alice, molto contrariata, comunica a tutti di poter ritirare la metà dei soldi dell'escursione presso il suo ufficio. Insomma, abbiamo dovuto combattere per ottenere almeno il minimo che ci spettava, con chi ci avrebbe dovuto tutelarci.
Considerata, dunque, la poca serietà dimostrata di Veratour, consiglio vivamente di non fare le escursioni con loro, che sono peraltro molto care.

Altra nota negativa è stata in generale l'animazione, anche qui assolutamente improvvisata e soprattutto con a capo un responsabile animazione, Giovanni, che probabilmente non aveva ben chiaro quale fosse il suo ruolo all'interno del villaggio.
In pratica tutti gli animatori, ma in particolare tre o quattro di loro, tra cui Giovanni, sono dei veri e propri venditori, pressano in un modo alquanto fastidioso per venderti cene di aragosta presso il ristorante (34 euro a persona oltre la bottiglia di vino di minimo 18€), oggetti e abiti della boutique...insomma sembra proprio che a fine della settimana abbiano gli obiettivi aziendali da raggiungere! A dire il vero, non è ben chiaro se questa sia proprio la politica Veratour, oppure gli animatori abbiano interessi diciamo personali sulle vendite fatte.
Bene, passiamo ai lati positivi di questa vacanza.
Gli alloggi sono in stile zanzibarino, molto molto carini ed anche piuttosto spaziosi e riservati. Tutti i letti sono dotati di zanzariera, di condizionatore e di pale a soffitto.
I bagni, non grandissimi, sono dotati di doccia, asciugacapelli non molto potente (consiglio alle donne di portarsi il phon da casa), non c’è il bidet. Le mami puliscono le camere ogni giorno con cambio asciugamani, ad ogni modo il livello di pulizia delle stanze è da considerarsi più che soddisfacente. La verandina appena fuori la camera è molto carina ed affaccia sui giardini del villaggio, vi consiglio di lasciare qualche banana sui tavolini la sera ed appostarvi dietro le finestre della camera... le scimmiette passeranno a fare piazza pulita.
La piscina, non è molto grande ma è piuttosto rilassante la sera al tramonto, mentre la spiaggia è il pezzo forte, lettini in legno e corda sotto ombrelloni di foglie di palma creano uno scenario molto suggestivo, da quel che abbiamo visto questa ci è sembrata la spiaggia attrezzata più bella rispetto ad altri villaggi quali il Bravo e il Phone and Go.
La sabbia è ovviamente bianchissima e finissima, si ha la sensazione di camminare sulla farina, non ha una consistenza granulosa, sembra davvero farina bagnata.
Il mare subisce il fenomeno delle maree, suggestivo e molto particolare, tenendo però conto che ciò inficia la balneabilità perché ogni sei ore il mare si ritira di parecchie decine di metri, non consentendo di potersi immergere per un bagno. E' un fenomeno che va visto però.
Prima di arrivare a toccare l'acqua bisogna considerare la presenza delle decine di beach boys presenti sulla spiaggia... che dirvi sono tanti e sono molto molto insistenti, dovete saperli prendere, parlateci un po' ma soprattutto organizzatevi e contrattate con loro per le escursioni. Nota dolente, ancora, è che il soft all inclusive, prevede l'espresso a pagamento di 2 euro, ma credo che in un villaggio italiano il caffè espresso vada assolutamente incluso. Inoltre, non esiste wi-fi gratuito in alcune delle zone del villaggio, ma per chi vuole è a pagamento, e con sole 25 euro ti danno la bellezza di 1.2 GB, che fortuna ragazzi! Assurdo, in quanto nelle aree comuni di altri villaggi ed inoltre allo stesso aeroporto di Zanzibar il wi-fi è gratuito ed a 20Mbps.
Ultimo consiglio per Veratour: gli snack pomeridiani potrebbero essere meglio serviti e diversificati dai soliti biscottini/focaccia residui della mattina, ma dato che sull'isola c'è abbondanza di frutta davvero squisita, consiglierei, un bel cesto di frutta permanente nell'area bar.
Tornerei a Zanzibar, ma non in questo resort, forse al Dongwe dei Grandi Viaggi che sembra essere molto più organizzato, avendo sentito anche una coppia che era partita con noi e che ha soggiornato lì. Il problema riscontrato è stata l'incompetenza del personale italiano, ma la gente del posto è disponibile e davvero educata. Ringrazio tutto il gruppo dei "ribelli del Villaggio" che ha combattuto con me per l'assistenza e la legalità! Hakuna matata!

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